Dove nasce un tenore? Dove nasce un traduttore?
Thread poster: Stefano Lodola
Stefano Lodola
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Feb 27, 2014

Per riflettere sulle competenze del traduttore, condivido con voi due esperienze personali in campi molto diversi: il canto lirico e le lingue straniere.

Io ho studiato canto lirico privatamente: lei mie lezioni di canto erano principalmente di tecnica vocale, cioè di come si emette un suono corretto (che non stanchi il cantante), esteticamente accettabile (adatto al repertorio), esteso ad almeno due ottave (da suoni bassi a suoni acuti). Non ho un titolo di studi inerente al canto
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Per riflettere sulle competenze del traduttore, condivido con voi due esperienze personali in campi molto diversi: il canto lirico e le lingue straniere.

Io ho studiato canto lirico privatamente: lei mie lezioni di canto erano principalmente di tecnica vocale, cioè di come si emette un suono corretto (che non stanchi il cantante), esteticamente accettabile (adatto al repertorio), esteso ad almeno due ottave (da suoni bassi a suoni acuti). Non ho un titolo di studi inerente al canto.

Altri studiano al conservatorio. Il corso di studi in canto lirico include: “Teoria, ritmica e percezione musicale”, “Teoria dell’armonia e analisi”, “Storia della musica”, “Pratica e lettura pianistica”… ah ecco, anche “Canto”. Un po’ come uno smartphone che tra le tante funzioni telefona anche.

E’ un fatto storico che, tra i cantanti di primo livello dell’epoca d’oro della lirica (metà secolo XX) e antecedenti, la maggior parte non ha frequentato il conservatorio. Al contrario, lo stato attuale del settore vede la maggioranza dei cantanti “istruiti” ma con capacità tecniche inferiori ai loro predecessori (basta chiedere a qualunque frequentatore di teatri) e non pochi che si procurano danni alle corde vocali.

In pratica, il conservatorio insegna tante belle cose, anche utili (come leggere lo spartito, andare a tempo, rispettare lo stile…), ma non “come si canta”. Questa capacità è a sé stante, richiede lezioni individuali e anni di esercizio (non si impara sui libri).

... continua su:

http://estremorientamento.giftedtranslations.com/dove-nasce-un-traduttore/

[Edited at 2014-02-27 04:12 GMT]
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Cristina Paolino
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Esperienza e tanto sudore Feb 27, 2014

Non sono assolutamente d’accordo con voi. Ho studiato lingue all’università e poi ho cominciato a fare traduzioni tecniche. Ho fatto la gavetta seria perché ho trovato un’agenzia di traduzioni seria: mi hanno dato un glossario e mi hanno mandato sul campo, a fare interpretariato con i tecnici e a vedere cosa facevo. Ho inserito le diciture tradotte da altri nelle figure dei vari manuali e documenti e ho imparato molto. Non è vero che un ingegnere che sa le lingue è un traduttore. Un in... See more
Non sono assolutamente d’accordo con voi. Ho studiato lingue all’università e poi ho cominciato a fare traduzioni tecniche. Ho fatto la gavetta seria perché ho trovato un’agenzia di traduzioni seria: mi hanno dato un glossario e mi hanno mandato sul campo, a fare interpretariato con i tecnici e a vedere cosa facevo. Ho inserito le diciture tradotte da altri nelle figure dei vari manuali e documenti e ho imparato molto. Non è vero che un ingegnere che sa le lingue è un traduttore. Un ingegnere che sa le lingue deve imparare a tradurre, come un traduttore che si specializza deve imparare la materia che traduce. E tradurre bene è un lavoro impegnativo. Io credo di essere un ottimo traduttore tecnico e la conferma mi è venuta diverse volte dai tecnici che lavoravano con me, in varie forme (fino a farmi guadagnare il ruolo di project manager di progetti di progettazione e fabbricazione di impianti di saldatura). Il campo tecnico è tanto ampio che neanche un ingegnere conosce il “gergo” di tutti i rami tecnici. Un traduttore che ha studiato lingue ha la mentalità di capire le svariate sfaccettature della lingua. Un ingegnere capisce di più le sfaccettature della tecnica ma tutti e due si devono incontrare in mezzo dove l’esperienza di tante traduzioni alla fine li livella. Per cui quelli che mi dicono che loro prendono come traduttori tecnici solo ingegneri, dovrebbero andare a fare in c….!!!! Anche perché ho conosciuto tanti ingegneri che non sanno scrivere o parlare in italiano, pensa poi tradurre!!!Collapse


 
Stefano Lodola
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Esperto + traduttore = traduttore specializzato (consulente linguistico) Feb 27, 2014

Salve Cristina! Comprendo la tua veemenza perché ho sentito che molti traduttori di formazione si sentono rinfacciare questo problema. Ammetto anche che il tono del mio articolo è parziale in quanto diretto interessato con titoli in ingegneria e gestione d'impresa.

Tuttavia, se è vero che un ingegnerie meccanico non è competente nell'elettronica e vice versa, la lacuna tra questi è più facilmente colmabile rispetto a quella che c'è tra formazione umanistica e ingegneristica.
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Salve Cristina! Comprendo la tua veemenza perché ho sentito che molti traduttori di formazione si sentono rinfacciare questo problema. Ammetto anche che il tono del mio articolo è parziale in quanto diretto interessato con titoli in ingegneria e gestione d'impresa.

Tuttavia, se è vero che un ingegnerie meccanico non è competente nell'elettronica e vice versa, la lacuna tra questi è più facilmente colmabile rispetto a quella che c'è tra formazione umanistica e ingegneristica. Non tutti si specializzano. Tu l'hai comunque fatto egregiamente e sei una brava traduttrice specializzata.

D'altra parta la traduzione richiede conoscenze e tecniche a sé stanti, le quali però sono più abbordabili rispetto alla competenza in un campo specialistico. Io stesso non mi sognerei di avventurarmi in traduzioni mediche, mentre in qualche mese ho migliorato molto il mio modo di lavorare come traduttore e fin dai primi tempi non mi hanno mai fatto problemi di qualità.

Confesso che mi riconosco anch'io nel lato "scomodo" della "discriminazione" basata sui titoli a cui hai accennato, anche se non nella traduzione ma nel canto lirico: qui in Asia dove abito, se uno non ha fatto il conservatorio non è considerato un musicista. Al contrario, molti dei miei amici giapponesi titolati, tra cui professori di canto al conservatorio, a cantare fanno pena.
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Silvia Barra (X)
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I miei due cent Feb 27, 2014

Premesso che condivido il concetto espresso da Stefano (cioè, da come ho capito, che non è il titolo di studio che fa il professionista **in qualsiasi settore**) e premesso che ovviamente non si può fare di tutta l'erba un fascio (ci sono colleghi con laurea in lingua che traducono argomenti molto tecnici altrettanto competenti di colleghi di colleghi con una laurea tecnica con eccellenti capacità linguistiche), vorrei fare due esempi a Cristina sul fatto che un traduttore con una laurea tec... See more
Premesso che condivido il concetto espresso da Stefano (cioè, da come ho capito, che non è il titolo di studio che fa il professionista **in qualsiasi settore**) e premesso che ovviamente non si può fare di tutta l'erba un fascio (ci sono colleghi con laurea in lingua che traducono argomenti molto tecnici altrettanto competenti di colleghi di colleghi con una laurea tecnica con eccellenti capacità linguistiche), vorrei fare due esempi a Cristina sul fatto che un traduttore con una laurea tecnica è meno competente di un laureato in lingue:

- Se i traduttori con laurea in lingua fossero tutti molto competenti, sul mio libro di fisica dell'università non avrei trovato "prato magnetico" invece di "campo magnetico"

- In quanto SME (Subject Matter Expert) in chimica, faccio spesso revisioni di testi tecnici (schede di sicurezza, brevetti e altri documenti) tradotti da traduttori tecnici e laureati in lingua. Molto spesso anche se lo stile e l'italiano sono ineccepibili, ci sono molti errori di terminologia, anche gravi, che a un tecnico non verrebbe mai in mente di fare.
Alcuni mi offrono incarichi come traduttrice proprio perché ho una laurea tecnica e vogliono evitare strafalcioni terminologici.
Ovviamente, nei miei settori di specializzazione.

Per concludere, quello che credo è che non è il titolo di studio a fare il professionista, bensì il suo bagaglio di conoscenze, la formazione, la volontà di aggiornarsi e approfondire determinati argomenti, la sua professionalità.
Conosco ottimi traduttori che non sono nemmeno laureati...

I miei due cent
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Luciana Trevisi
Luciana Trevisi  Identity Verified
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Difficile rispondere... Feb 27, 2014

Questione interessante, quella che poni.
Secondo me è impossibile dare una risposta univoca, per varie ragioni. Penso comunque che, alla lunga, una formazione culturale-linguistica approfondita e una competenza tecnica e focalizzata su aspetti "concreti" non siano per forza di cose antitetici, ma debbano far parte entrambi del bagaglio di un traduttore. Poi ognuno di noi è diverso e ha interessi, attitudini, capacità e passioni che lo distinguono dagli altri. Per esempio io ho una prep
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Questione interessante, quella che poni.
Secondo me è impossibile dare una risposta univoca, per varie ragioni. Penso comunque che, alla lunga, una formazione culturale-linguistica approfondita e una competenza tecnica e focalizzata su aspetti "concreti" non siano per forza di cose antitetici, ma debbano far parte entrambi del bagaglio di un traduttore. Poi ognuno di noi è diverso e ha interessi, attitudini, capacità e passioni che lo distinguono dagli altri. Per esempio io ho una preparazione di carattere umanistico-letteraria (liceo classico, a cui è seguita la facoltà di lingue e letterature straniere), ma, terminata l'università, ho iniziato a lavorare in azienda, dove sono rimasta per anni, in ambito commerciale-marketing e lì ho imparato la terminologia e gli aspetti tecnici che mi mancavano. La scelta (tardiva) di dedicarmi esclusivamente alla traduzione è nata successivamente e penso derivi, in parte, dalle competenze acquisite negli anni di studio e, in parte, da quello che ho imparato sul campo. Sono convinta che questi due aspetti della mia preparazione abbiano la stessa importanza ed entrambi si riflettano nel modo in cui lavoro.

[Edited at 2014-02-27 16:33 GMT]
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Cristina Paolino
Cristina Paolino  Identity Verified
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Allenamento e tempo Feb 27, 2014

Che ci sia gente che traduca con errori o perfino con i piedi, sono assolutamente d'accordo; ma non c'è bisogno di aprire un libro tecnico per scoprirlo. Ho letto tanti errori ridicoli di traduzione su cartelli, nei bagni di posti turistici, oltre che libri pieni di traduttori che non sanno usare il congiuntivo o che mettono gli aggettivi prima dei nomi come in inglese, perchè a furia di avere a che fare con una lingua straniera ti crea un meccanismo di assimilazione: la traduzione è come una... See more
Che ci sia gente che traduca con errori o perfino con i piedi, sono assolutamente d'accordo; ma non c'è bisogno di aprire un libro tecnico per scoprirlo. Ho letto tanti errori ridicoli di traduzione su cartelli, nei bagni di posti turistici, oltre che libri pieni di traduttori che non sanno usare il congiuntivo o che mettono gli aggettivi prima dei nomi come in inglese, perchè a furia di avere a che fare con una lingua straniera ti crea un meccanismo di assimilazione: la traduzione è come una ginnastica e ha bisogno di lavoro e di tempo.
Conosco tanti traduttori tecnici come me che fanno eccellenti lavori tecnici.
Per tradurre bene ci vuole conoscenza, dedizione e tempo. Ed è vero che non basta un titolo.
Continuo a sostenere che il fatto di essere ingegnere può dare una conoscenza maggiore della materia, ma sicuramente non dà una traduzione migliore. Purtroppo la mia esperienza degli ingegneri non è propriamente di persone altamente alfabetizzate nel loro modo di esprimersi e io vengo da Torino, dove c'è il Politecnico più quotato d'Italia.
Per cui io sono sempre convinta che ognuno parte da cosa ha studiato (ingegneria o lingue o ....) e fa la strada nella direzione necessaria (linguistica - che vuol dire di approfondimento della lingua straniera E dell'italiano - o tecnica o ....), ma entrambi possono arrivare allo stesso livello.
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Carlo Balma Mion
Carlo Balma Mion  Identity Verified
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Già, allenamento e tempo, ma anche umiltà... Feb 27, 2014

Premesso che condivido con Stefano gli studi musicali (oltre che la formazione universitaria al Politecnico, anche se ad architettura, e l'interesse per i materiali lapidei), sicuramente è vero che, come dice Cristina, "ognuno parte da cosa ha studiato (ingegneria o lingue o ....) e fa la strada nella direzione necessaria", ma purtroppo per tradurre un progetto di ingegneria strutturale, o meccanica, non basta tradurre quello che c'è scritto, sarebbe anche buona cosa capire e sapere di che cos... See more
Premesso che condivido con Stefano gli studi musicali (oltre che la formazione universitaria al Politecnico, anche se ad architettura, e l'interesse per i materiali lapidei), sicuramente è vero che, come dice Cristina, "ognuno parte da cosa ha studiato (ingegneria o lingue o ....) e fa la strada nella direzione necessaria", ma purtroppo per tradurre un progetto di ingegneria strutturale, o meccanica, non basta tradurre quello che c'è scritto, sarebbe anche buona cosa capire e sapere di che cosa si sta parlando; prova ne è che anche io lavoro spesso su testi molto tecnici tradotti da altri, che funzionano benissimo se si considera la forma, ma che creano orrore e raccapriccio se invece si considera la sostanza.

Propongo comunque un giochino: cercate dieci architetti (o ingegneri) traduttori, e guardate quali sono i campi in cui traducono. Molto probabilmente non troverete cose come "traduzioni di moda", oppure "traduzioni di testi letterari".
Per contro, cercate dieci traduttori "puri", e troverete quasi sicuramente "traduzioni di architettura" tra le prime voci nei servizi offerti.
Purtroppo l'architettura è una materia su cui ognuno si sente in grado di poter disquisire...

Mi piacerebbe anche capire su che base Cristina sostiene che "il fatto di essere ingegnere può dare una conoscenza maggiore della materia, ma sicuramente non dà una traduzione migliore": io gli assiomi preferisco lasciarli ai matematici...

Detto questo, non mi permetterei mai di dire che tutti i traduttori laureati in lingue sono degli incompetenti nelle materie tecniche né, per fortuna, ho bisogno di ripetere ogni due righe che faccio lavori eccellenti o che sono un ottimo traduttore tecnico: preferisco lasciare che i giudizi su di me li diano gli altri.

Carlo

[Edited at 2014-02-27 21:43 GMT]
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Tony Romano
Tony Romano
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Molto interessante Feb 28, 2014

Salve a tutti,

io sono un laureando in lingue e, malgrado ciò, sposo a pieno l'idea della necessità di una formazione tecnica specifica per poter tradurre bene. Non è un caso che, in tempi di maggior naturalezza, solo i poeti osassero tentare di tradurre poesie altrui. E' indispensabile la giusta sensibilità, in ogni campo, e solo grazie ad essa si potrà acquisire competenza, facendo tanta pratica nello specifico settore. Io detesto la giurisprudenza e non ne ho mai letto un te
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Salve a tutti,

io sono un laureando in lingue e, malgrado ciò, sposo a pieno l'idea della necessità di una formazione tecnica specifica per poter tradurre bene. Non è un caso che, in tempi di maggior naturalezza, solo i poeti osassero tentare di tradurre poesie altrui. E' indispensabile la giusta sensibilità, in ogni campo, e solo grazie ad essa si potrà acquisire competenza, facendo tanta pratica nello specifico settore. Io detesto la giurisprudenza e non ne ho mai letto un testo: non mi avventurerei mai nella traduzione di qualcosa del genere, perché non lo capirei nemmeno in italiano. Ed è impossibile riformulare ciò che non si afferra.

E con questo mi avvicino, però, anche a chi sostiene l'importanza di una formazione linguistica. Essa conferisce una sensibilità nei confronti della lingua, o meglio del linguaggio in generale, che è sicuramente indispensabile per una buona traduzione. Ritengo che chiunque scriva, anche se non crea dei contenuti ma li ricodifica, debba possedere una spontanea suscettibilità nei confronti di brutture, aritmie e dissonanze. La domanda che, secondo me, uno "scrivente" deve sempre porsi è se il suo testo è di gradevole lettura. E se tale "scrivente" è un traduttore, dovrà chiedersi se ciò che ha scritto suona bene in italiano. Saper riformulare, dunque, è per me alla base di una buona traduzione, ed a questa abilità contribuisce enormemente un buon percorso formativo in ambito umanistico o linguistico. Ad ogni modo, come già accennato, non si può ricodificare ciò che non si è in grado di decodificare.

La verità sta nel mezzo, quindi. Sembra che entrambi i background siano auspicabili per diventare un bravo traduttore. E qui viene, così, la mia domanda:

Io, come ho già detto, sono un laureando in lingue. Ciò che non ho detto è che voglio diventare traduttore. Il campo in cui vorrei specializzarmi è quello della traduzione audiovisiva, per il doppiaggio e il sottotitolaggio. Ho bisogno di gavetta. Tanta, tantissima gavetta. Ho bisogno di tradurre a più non posso (anche materiali non audiovisivi, ovviamente) e di farmi le ossa. Non l'ho mai fatto per lavoro, sempre solo per diletto. Sento di avere potenziale, ma nel curriculum non ho nulla da scrivere.

Come faccio a cominciare? A chi rivolgermi, se tutti vogliono persone che abbiano esperienza ma nessuno vuole farne fare?
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Mario Cerutti
Mario Cerutti  Identity Verified
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Chiarimento Feb 28, 2014

Cristina Paolino wrote:
Per cui quelli che mi dicono che loro prendono come traduttori tecnici solo ingegneri, dovrebbero andare a XXXXXX (censura). Anche perché ho conosciuto tanti ingegneri che non sanno scrivere o parlare in italiano, pensa poi tradurre!!!

Stiamo parlando di ingegneri-ingegneri, cioè i laureati, o di "semplici" tecnici (dall'inglese engineer/technician)? Di laureati tecnici che scrivono e parlano ottimamente io ne ho conosciuti parecchi. Beh, anche il Di Pietro che conosciamo tutti è laureato, tra l'altro in una disciplina non tecnica, ma l'italiano non lo sa tanto bene, vero?

Non ha senso essere così categorici.


 
Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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Sarà una gran banalità... Mar 3, 2014

... ma con 30 anni di esperienza ho voglia di dire che esistono tutte le configurazioni :
Traduttori/interpreti laureati solo in traduzione/interpretazione e molto bravi
Altri con lo stesso profilo e poco bravi (per essere gentile)
Laureati in altri campi (ad esempio il giuridico, per parlare di quello che conosco meglio) che traducono bene
E laureati in altre materie che traducono male : avranno capito il senso, non ne dubito, ma le loro frasi sono illeggibili, quando ho
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... ma con 30 anni di esperienza ho voglia di dire che esistono tutte le configurazioni :
Traduttori/interpreti laureati solo in traduzione/interpretazione e molto bravi
Altri con lo stesso profilo e poco bravi (per essere gentile)
Laureati in altri campi (ad esempio il giuridico, per parlare di quello che conosco meglio) che traducono bene
E laureati in altre materie che traducono male : avranno capito il senso, non ne dubito, ma le loro frasi sono illeggibili, quando ho revisionato dovevo rimettere tutto a posto perché purtroppo la sintassi esiste e va rispettata.

Quello che voglio dire è che un traduttore/interprete SERIO, se deve affrontare un argomento tecnico altamente specializzato, SI DOCUMENTA, fa domande ai referenti giusti, e di preferenza al cliente stesso, studia quanto basta per non fare figuracce, magari aiutandosi con un po' di logica e di buon senso, che, vi assicuro, risolve tanti problemi. Io che non avrei mai potuto studiare ingegneria, perché in matematica sono una schiappa, ho lavorato per 20 anni con ingegneri ferroviari italiani e francesi, e a volte mi chiedevano se ero ingegnere anch'io, o comunque dipendente delle ferrovie, il che mi faceva quasi ridere.

In compenso, sono laureata in legge, eppure quando ho affidato una traduzione a un'avvocatessa (che quindi, secondo me, doveva essere ancora più brava di me, perché io avvocatessa non lo sono mai diventata, avendo fatto, appunto, la traduttrice) non sono stata per nulla soddisfatta del testo che mi ha mandato, tradotto pedissequamente.

Detto questo, mi è piaciuta questa discussione perché ho scoperto colleghi con profili interessanti e anch'io, se dovessi far fare una traduzione tecnica, avrei tendenza ad affidarla a un collega con una specializzazione consona. Ma non generalizziamo troppo...purtroppo la bravura si vede solo dal risultato !

Buona serata a tutti,

Giulia
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dropinka (X)
dropinka (X)  Identity Verified
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Ma infatti! Mar 3, 2014

Giulia TAPPI wrote:
Traduttori/interpreti laureati solo in traduzione/interpretazione e molto bravi
Altri con lo stesso profilo e poco bravi (per essere gentile)
Laureati in altri campi (ad esempio il giuridico, per parlare di quello che conosco meglio) che traducono bene
E laureati in altre materie che traducono male : avranno capito il senso, non ne dubito, ma le loro frasi sono illeggibili, quando ho revisionato dovevo rimettere tutto a posto perché purtroppo la sintassi esiste e va rispettata.

Quello che voglio dire è che un traduttore/interprete SERIO, se deve affrontare un argomento tecnico altamente specializzato, SI DOCUMENTA, fa domande ai referenti giusti, e di preferenza al cliente stesso, studia quanto basta per non fare figuracce, magari aiutandosi con un po' di logica e di buon senso, che, vi assicuro, risolve tanti problemi.


Meno male che finalmente qualcuno l'ha detto chiaro e tondo.

Claudia


 
Pierluigi Bernardini
Pierluigi Bernardini  Identity Verified
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Parole sante Mar 4, 2014

Giulia TAPPI wrote:

... ma con 30 anni di esperienza ho voglia di dire che esistono tutte le configurazioni :
Traduttori/interpreti laureati solo in traduzione/interpretazione e molto bravi
Altri con lo stesso profilo e poco bravi (per essere gentile)
Laureati in altri campi (ad esempio il giuridico, per parlare di quello che conosco meglio) che traducono bene
E laureati in altre materie che traducono male : avranno capito il senso, non ne dubito, ma le loro frasi sono illeggibili, quando ho revisionato dovevo rimettere tutto a posto perché purtroppo la sintassi esiste e va rispettata.

Quello che voglio dire è che un traduttore/interprete SERIO, se deve affrontare un argomento tecnico altamente specializzato, SI DOCUMENTA, fa domande ai referenti giusti, e di preferenza al cliente stesso, studia quanto basta per non fare figuracce, magari aiutandosi con un po' di logica e di buon senso, che, vi assicuro, risolve tanti problemi. Io che non avrei mai potuto studiare ingegneria, perché in matematica sono una schiappa, ho lavorato per 20 anni con ingegneri ferroviari italiani e francesi, e a volte mi chiedevano se ero ingegnere anch'io, o comunque dipendente delle ferrovie, il che mi faceva quasi ridere.

In compenso, sono laureata in legge, eppure quando ho affidato una traduzione a un'avvocatessa (che quindi, secondo me, doveva essere ancora più brava di me, perché io avvocatessa non lo sono mai diventata, avendo fatto, appunto, la traduttrice) non sono stata per nulla soddisfatta del testo che mi ha mandato, tradotto pedissequamente.

Detto questo, mi è piaciuta questa discussione perché ho scoperto colleghi con profili interessanti e anch'io, se dovessi far fare una traduzione tecnica, avrei tendenza ad affidarla a un collega con una specializzazione consona. Ma non generalizziamo troppo...purtroppo la bravura si vede solo dal risultato !

Buona serata a tutti,

Giulia



Anzi, santissime direi. La tua riflessione rispetta pienamente il mio pensiero.
Un saluto.
P.


 
Gianluca Attoli
Gianluca Attoli  Identity Verified
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D'accordissimo! Mar 4, 2014

Giulia TAPPI wrote:

... ma con 30 anni di esperienza ho voglia di dire che esistono tutte le configurazioni :
Traduttori/interpreti laureati solo in traduzione/interpretazione e molto bravi
Altri con lo stesso profilo e poco bravi (per essere gentile)
Laureati in altri campi (ad esempio il giuridico, per parlare di quello che conosco meglio) che traducono bene
E laureati in altre materie che traducono male : avranno capito il senso, non ne dubito, ma le loro frasi sono illeggibili, quando ho revisionato dovevo rimettere tutto a posto perché purtroppo la sintassi esiste e va rispettata.

Quello che voglio dire è che un traduttore/interprete SERIO, se deve affrontare un argomento tecnico altamente specializzato, SI DOCUMENTA, fa domande ai referenti giusti, e di preferenza al cliente stesso, studia quanto basta per non fare figuracce, magari aiutandosi con un po' di logica e di buon senso, che, vi assicuro, risolve tanti problemi. Io che non avrei mai potuto studiare ingegneria, perché in matematica sono una schiappa, ho lavorato per 20 anni con ingegneri ferroviari italiani e francesi, e a volte mi chiedevano se ero ingegnere anch'io, o comunque dipendente delle ferrovie, il che mi faceva quasi ridere.

In compenso, sono laureata in legge, eppure quando ho affidato una traduzione a un'avvocatessa (che quindi, secondo me, doveva essere ancora più brava di me, perché io avvocatessa non lo sono mai diventata, avendo fatto, appunto, la traduttrice) non sono stata per nulla soddisfatta del testo che mi ha mandato, tradotto pedissequamente.

Detto questo, mi è piaciuta questa discussione perché ho scoperto colleghi con profili interessanti e anch'io, se dovessi far fare una traduzione tecnica, avrei tendenza ad affidarla a un collega con una specializzazione consona. Ma non generalizziamo troppo...purtroppo la bravura si vede solo dal risultato !

Buona serata a tutti,

Giulia



Sono d'accordo anche io!

Francamente mi sembra una questione su cui si può discutere in eterno... e sempre sbagliando perché porta a generalizzazioni sterili - insomma un questione "di lana caprina", come si dice.

P.S. mi aggrego anche a:

Carlo Balma Mion wrote:

Detto questo, non mi permetterei mai di dire che tutti i traduttori laureati in lingue sono degli incompetenti nelle materie tecniche né, per fortuna, ho bisogno di ripetere ogni due righe che faccio lavori eccellenti o che sono un ottimo traduttore tecnico: preferisco lasciare che i giudizi su di me li diano gli altri.

Carlo

[Edited at 2014-02-27 21:43 GMT]


 
Silvia Barra (X)
Silvia Barra (X)  Identity Verified
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Concordo Mar 4, 2014

Concordo al 100% con Giulia Tappi!

Silvia


 
Giovanna Alessandra Meloni
Giovanna Alessandra Meloni  Identity Verified
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Brava Giulia! Mar 4, 2014

Concordo con te.

 


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Dove nasce un tenore? Dove nasce un traduttore?






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