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Tariffe agenzia americana
Thread poster: annalisa cattaneo
alessandra bocco
alessandra bocco  Identity Verified
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C'è qualcosa che mi sfugge... Oct 26, 2011

La mia esperienza è diversa da quella di Gianluca, in quanto io ho iniziato a lavorare "in subappalto" per un paio di colleghi, che mi pagavano una miseria (già i loro clienti pagavano poco!) ma mi correggevano tutto quello che scrivevo, per cui ho davvero imparato tanto.
Però c'è una cosa che non capisco: tanti di voi dicono che lavorare per una miseria per agenzie poco professionali non serve a nulla e non si impara niente...Ma se si lavora per agenzie più serie che pagano di più,
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La mia esperienza è diversa da quella di Gianluca, in quanto io ho iniziato a lavorare "in subappalto" per un paio di colleghi, che mi pagavano una miseria (già i loro clienti pagavano poco!) ma mi correggevano tutto quello che scrivevo, per cui ho davvero imparato tanto.
Però c'è una cosa che non capisco: tanti di voi dicono che lavorare per una miseria per agenzie poco professionali non serve a nulla e non si impara niente...Ma se si lavora per agenzie più serie che pagano di più, cosa si impara? Non è che tutte si prendano la briga di mandarti le correzioni del revisore, di commentare il tuo lavoro o consigliarti modifiche (personalmente non mi è capitato quasi mai, in questi 6 anni). Quindi non è meglio iniziare a tariffe un po' più basse e lavorare tanto (quindi farsi più esperienza) che iniziare a tariffe più alte ma lavorare pochissimo, senza avere comunque un feedback?
Alessandra
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Massimo Rippa
Massimo Rippa  Identity Verified
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Ricominciamo dal primo messaggio Oct 27, 2011

ann cattaneo wrote:


non vorrei aprire l'ennesima discussione sulle tariffe ma la proposta di un'agenzia americana mi ha lasciato perplessa. Dal momento che ho iniziato da poco e che sto ancora cercando di capire molte questioni, tra cui quella riguardante le tariffe, mi chiedo se $0,03 a parola per la combinazione inglese>italiano sia, non dico una tariffa diffusa, ma almeno proponibile da parte di un'agenzia.



Non solo non è proponibile ma è fuori mercato. Le agenzie USA adottano tariffe che variano tra gli 0.08 e gli 0.16 centesimi di dollari (e anche più).

Se qualcuno vuole usare questo thread per smerciarsi e sostenere che la tariffa indicata dall'agenzia in questione è accettabile, ribadisco che si tratta di una provocazione bella e buona, specie in virtù dei contributi previdenziali e fiscali che siamo tenuti a corrispondere sempre.




[Edited at 2011-10-27 15:50 GMT]


 
texjax DDS PhD
texjax DDS PhD  Identity Verified
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Un problema "culturale"? Oct 27, 2011

Ricomincio anch'io dal primo messaggio...

Io mi chiedo quanti di coloro con tanto di lauree, lauree con lodi, laureee senza lodi, master e corsi vari da centinaia di euro a botta, che accettano tariffe da 0.03 dollari a parola (che ricordo gentilmente e senza voler polemizzare oggi equivalgono a 0.02 euro) si mantengono con il proprio lavoro.

Quanti di coloro di cui sopra vivono da soli, pagano l'affitto, le bollette, la rata dell'auto, gli scontrini della spesa, le tas
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Ricomincio anch'io dal primo messaggio...

Io mi chiedo quanti di coloro con tanto di lauree, lauree con lodi, laureee senza lodi, master e corsi vari da centinaia di euro a botta, che accettano tariffe da 0.03 dollari a parola (che ricordo gentilmente e senza voler polemizzare oggi equivalgono a 0.02 euro) si mantengono con il proprio lavoro.

Quanti di coloro di cui sopra vivono da soli, pagano l'affitto, le bollette, la rata dell'auto, gli scontrini della spesa, le tasse, e magari ci mantengono anche dei figli?

Immagino che tariffe del genere in Svezia, in Gran Bretagna, Germania (per citare qualche paese europeo e non il quarto mondo) la gente (inclusi gli italiani all'estero) le accetti molto meno frequentemente che da noi, perché in quei paesi i giovani a quell'età generalmente vivono da soli e da soli si devono mantenere.

In Italia, invece, dove è accettato più che accettabile che i figli stiano a casa fino al giorno in cui vanno all'altare (e i più in Italia non si sposano certo a 20 anni...) l'urgenza di mantenersi autonomamente, per quanto sentita, non è poi così impellente.

Insomma, cerco di vedere anche un'altra sfaccettatura del problema.

Forse se la nostra cultura fosse quella di lasciare il nido familiare alla conclusione degli studi (o dopo un periodo ragionevolmente breve, diciamo dai 6 ai 12 mesi) e di doversi barcamenare da soli e da subito con la vita e con il fisco, nessuno potrebbe permettersi di accettare 2 centesimi DUE di euro a parola, perché la fredda matematica ci dice che così non ci si campa.

Non sostengo e non consiglio ai principianti di chiedere tariffe di fascia alta, ma per esemplificare e come regola generale direi che se una tariffa non consente (o consentirebbe) di mantenersi da soli significa che non è accettabile.
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Manuela Dal Castello
Manuela Dal Castello  Identity Verified
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Qual è l'agenzia seria? Oct 27, 2011

alessandra bocco wrote:

Ma se si lavora per agenzie più serie che pagano di più, cosa si impara? Non è che tutte si prendano la briga di mandarti le correzioni del revisore, di commentare il tuo lavoro o consigliarti modifiche (personalmente non mi è capitato quasi mai, in questi 6 anni). Quindi non è meglio iniziare a tariffe un po' più basse e lavorare tanto (quindi farsi più esperienza) che iniziare a tariffe più alte ma lavorare pochissimo, senza avere comunque un feedback?
Alessandra


Dipende da che cosa intendi per agenzia seria
Seria = quella che paga tariffe alte?
Non è sempre così... saltando di palo in frasca, vai a guardare quali sono i libri più venduti in Italia e pensa se sono quelli più seri...

I pagamenti 1) a certe tariffe, 2) puntualmente, 3) senza farsi sollecitare sono 3 punti da considerare per valutare un'agenzia. Ma non sono gli unici, secondo me.

Buona giornata a tutti
Manuela


 
María José Iglesias
María José Iglesias  Identity Verified
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Suum cuique tribuere Oct 27, 2011

Sono d'accordo su quanto argomentato da texjax qui sopra ma leggendo più globalmente quanto riportato in questa conversazione, dagli uni e dagli altri, mi viene da pensare che anziché essere ossessionati dalle tariffe dei colleghi concorrenti, e di esserlo da anni e per l'eternità, sarebbe più intelligente concentrarsi sul proprio reddito.

Francamente, a me non fa più né caldo né freddo che ci siano traduttori che applicano tariffe come quelle descritte in questa discussione.
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Sono d'accordo su quanto argomentato da texjax qui sopra ma leggendo più globalmente quanto riportato in questa conversazione, dagli uni e dagli altri, mi viene da pensare che anziché essere ossessionati dalle tariffe dei colleghi concorrenti, e di esserlo da anni e per l'eternità, sarebbe più intelligente concentrarsi sul proprio reddito.

Francamente, a me non fa più né caldo né freddo che ci siano traduttori che applicano tariffe come quelle descritte in questa discussione. Ho sempre creduto, e continuo a credere, che sul mercato professionale ci sia posto per tutti tranne che per i veramente incapaci (o forse anche per questi?); anzi, credo francamente che siccome la fascia bassa (quella che abbiamo amato definire "inacettabile", "improponibile", ecc.) è più inflazionata, ci sia alla fine più lavoro nelle fasce alte. Non per niente abbiamo visto su questo forum traduttori, di fascia alta, che non hanno notato né un calo di lavoro nell'ultimo anno né un calo nelle tariffe né particolari difficoltà nei clienti di accettare le tariffe proposte. Non vi sembra paradossale? A me sembra quantomeno motivo di riflessione. I traduttori di "fascia alta" fanno meno fatica di quelli di "fascia bassa" non solo ad essere sul mercato ma anche a rimanerci.

Quindi io preferisco, come dicevo sopra, guardare al reddito e a cosa conviene a me piuttosto che farmi il fegato grosso per le tariffe altrui. Se chi applica tariffe nella fascia 0,03 dollari o 0,03 euro non si sente depresso dal tanto lavorare e poco guadagnare, perché finire per esserlo anche io? Cuique suum, che in soldoni vuol dire: a ciascuno il suo. Così la vedo io.

María José

[Modificato alle 2011-10-27 12:29 GMT]
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Simona R
Simona R
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Sottoscrivo, con aggiunta Oct 27, 2011

texjax DDS PhD wrote:



Io mi chiedo quanti di coloro con tanto di lauree, lauree con lodi, laureee senza lodi, master e corsi vari da centinaia di euro a botta, che accettano tariffe da 0.03 dollari a parola (che ricordo gentilmente e senza voler polemizzare oggi equivalgono a 0.02 euro) si mantengono con il proprio lavoro.




Ciao texjax,
secondo me hai toccato un punto molto importante, almeno per quanto riguarda il mercato delle traduzioni verso l'italianio. Sono convintissima che fra coloro i quali lavorano a certi prezzi siano in molti a dipendere dai genitori, dal coniuge, ecc. e dunque a non avere l'urgenza di guadagnare un tot.
A ciò si aggiunga il fatto che quello del traduttore è un mestiere che richiede un investimento iniziale prossimo allo zero (e a chi sta per dire che acquistare un CAT-Tool e qualche dizionario specialistico è costoso rispondo: informatevi sui debiti che contrae - che so - un giovane ginecologo / dentista / autotrasportatore che decide di mettersi in proprio e poi ne riparliamo). Chi non ha spese fisse da pagare, né debiti da estinguere cade con più facilità nel circolo vizioso delle tariffe da fame.

Ma a parte questo, credo vi sia un altro grande problema di fondo. Leggendo gli interventi fatti fin qui (anche quello di Ann, che ha aperto la discussione) noto che si parla sempre di "accettare la tariffa xy". Ecco, vorrei solo dire che le tariffe non sono solo fatte per essere accettate, ma anche per essere proposte. Soprattutto quando si decide di intraprendere la libera professione. Mi sembra che siano in molti a scordarlo.

S.


 
Chiara Foppa Pedretti
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D'accordissimo Oct 27, 2011

con Texjax e Maria!

 
Daniele Vasta
Daniele Vasta
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Tariffe misere Oct 27, 2011

Io non so chi accetta tariffe di 0.03 usd, ma dico solo che se per caso questi soggetti magari fossero in regola, forse dovrebbero cedere una parte dei propri introiti al nostro caro Stato, che giustamente vuole la sua fetta di torta. Quindi se si traducono 2500 parole al giorno a 3 centesimi di dollaro diciamo che si ricavano circa 60€ dei quali almeno 20/25€ se ne vanno nelle tasche del nostro socio virtuale in affari, quindi al netto rimarranno circa 40€/35€. Lascio a voi le conclusioni

 
T F F
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Qualche riflessione per tentare di uscire dall'ennesima discussione sulle tariffe... Oct 28, 2011

  1. Anzitutto: perché se il thread è relativo alla "domanda" si è finiti a parlare ancora una volta dell' "offerta"?

  2. E perché, parlando dell'offerta, si è finiti a tirare in ballo sempre i soliti "cattivoni" ovvero neolaureati, novellini, zerbini, evasori, figli di papà e compagnia bella?

  3. Non sarà che in questo modo si finisce per sfogare il nervosismo caus... See more
  1. Anzitutto: perché se il thread è relativo alla "domanda" si è finiti a parlare ancora una volta dell' "offerta"?

  2. E perché, parlando dell'offerta, si è finiti a tirare in ballo sempre i soliti "cattivoni" ovvero neolaureati, novellini, zerbini, evasori, figli di papà e compagnia bella?

  3. Non sarà che in questo modo si finisce per sfogare il nervosismo causato da una situazione che ovviamente non piace, assopendo però la sana voglia di cambiamento - che non avrà quindi possibilità di venire fuori in modi più edificanti?

  4. Dopotutto - oltre la volontà di "sfruttare gli zerbini italiani" - potrebbero esserci anche altre motivazioni che portano un'agenzia americana a cercare traduttori in Italia a 0,03...Potrebbe trattarsi ad esempio di quelle caratteristiche strutturali del mercato in cui circolano i beni e i servizi accompagnati da traduzioni in italiano...Qualche esempio :

    • l'italiano è parlato da molto meno di 100 milioni di persone, per tradizione risparmiatori (il che significa che solo una piccola parte di questi oggi spendono "tanti soldi" e in questi anni anche di meno del solito) e per sfortuna polarizzati in molti poveri e pochi ricchi.
    • l'italiano è parlato praticamente solo in Italia, un paese dove se ottieni qualcosa che vale meno del prezzo speso, puoi giusto pensare di scrivere a Striscia o postare su Facebook, ma non hai un sistema giudiziario a cui rivolgerti...Per non parlare del sistema clientelare e corporativo che governa le vendite (investi parte del budget nel per coccolarti l'intermediario e lascia stare gli optional del prodotto)...
    • l'italiano è parlato in un paese caratterizzato dalla celeberrima "arte di arrangiarsi", virtù e vanto degli imprenditori italiani, indispensabile per sopravvivere in un mercato caratterizzato da pagamenti a 60 giorni (minimo), pressione fiscale oltre il 50% e un sistema di anticipi sull'incassato, il tutto condito da accesso al credito "agevolato" solo a condizione di sottoscrivere certi titoli azionari...
    • ...Ovviamente esistono casi di eccellenza con esigenze e possibilità di eccellenza...Ma vanno fatte le debite proporzioni, a meno che non si voglia commettere la leggerezza di pensare che in un così fatto mercato Eng > Ita sia concretamente possibile avere agenzie che vendano tutte - sempre e solo - a 20 centesimi - perché questo occorrerebbe affinché l'intera offerta, novellini compresi, trovi collocazione a 10 centesimi.
    • ...etc. etc....
  5. La concorrenza “più o meno sleale” è sicuramente un fattore che incide sui prezzi di mercato…Ma il problema è molto più complesso e come tale andrebbe affrontato: sono convinto che se si fosse speso un decimo del tempo che in questi anni si è sprecato a battere sempre sullo stesso punto, oggi saremmo in una condizione decisamente migliore.
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Massimo Rippa
Massimo Rippa  Identity Verified
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Sempre preciso ma forse in questo caso in contraddizione? Oct 28, 2011

Fa sempre piacere leggere gli interventi di Renato, ha una visuale del mercato globale da vero imprenditore, più ampia e per questo meno legata a personalismi, tuttavia in questo caso mi pare di cogliere qualche contraddizione.


Renato Renno wrote:

Italia, un paese dove se ottieni qualcosa che vale meno del prezzo speso, puoi giusto pensare di scrivere a Striscia o postare su Facebook, ma non hai un sistema giudiziario a cui rivolgerti...



Questo mi sembra eccessivo.
È vero ad esempio che esistono pratiche commerciali e istituzionali da brivido, leggi ad esempio come le compagnie assicurative possono gestire le polizze RCA auto o, per parlare di problematiche più inerenti la traduzione, le quote da pagare per la gestione separata INPS, ad ogni PowWow i colleghi esteri hanno sempre escalamato divertiti "Pittoresco, Mooolto Pittoresco" quando veniva loro spiegato il sistema.

L'assenza del Diritto è un'altra cosa. Abbiamo un numero di avvocati per mille abitanti che è tre volte (o ancora di più, non ricordo precisamente) quello della Francia.

Non so se hai avuto esperienze personali molto negative ultimamente, oppure se ti riferisci ad altro - per me un'iPad non vale il prezzo del rivenditore ad esempio, ma se me lo vendono e non funziona me lo devono cambiare (anzi proprio a questo proposito mi pare che ci sia un importante sentenza che costituirà precedente a livello mondiale di un tribunale italiano: Apple non può limitare la garanzia a 1 anno, se il Paese dove il prodotto viene venduto prevede un minimo di due anni di garanzia, ma sicuramente sei più ferrato di me su questo particolare).



A parte questo punto particolare, trovo la tua analisi puntualissima, come sempre.

Quello che però risalta dal tiuo post è uno sconfinato pessimismo (che sia ben chiaro condivido) - non sei più ottimista come qualche anno fa.

Lo sconforto della situazione è magari anche dovuto a quelli che simpaticamente definisci "cattivoni". Magari loro hanno le loro buone ragioni per proporre le loro tariffe, ma di fatto i traduttori di qualità vanno a cercarsi un altro impiego anche a 40/50 anni, un impiego in cui venga riconosciuta una dignità non solo di tipo economico.

Per riassumere, la differenza tra il mio pensiero e il tuo è che io penso che i "cattivoni" potrebbero anche avere gli attributi per chiedere un compenso non ridicolo.
Se ne gioverebbero loro per primi e di rimando anche i "buoni".


 
alessandra nespoli
alessandra nespoli  Identity Verified
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Ciao Renato Oct 28, 2011

Ciao Renato,

benché sia vero che il thread sta prendendo una piega forse sterile, io credo che non sia del tutto inutile.

È un fatto oggettivo che non tutti i progetti di traduzione abbiano budget tali da consentire determinate tariffe ai traduttori.
È anche vero, però, che in una situazione di mercato libero (sacrosanta) c'è molto spazio per forme di intermediazione che hanno fondamentalmente il ruolo di passacarte: do a Caio la traduzione, a Tizio la revisi
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Ciao Renato,

benché sia vero che il thread sta prendendo una piega forse sterile, io credo che non sia del tutto inutile.

È un fatto oggettivo che non tutti i progetti di traduzione abbiano budget tali da consentire determinate tariffe ai traduttori.
È anche vero, però, che in una situazione di mercato libero (sacrosanta) c'è molto spazio per forme di intermediazione che hanno fondamentalmente il ruolo di passacarte: do a Caio la traduzione, a Tizio la revisione, (Tizio e Caio scelti rigorosamente in base alla tariffa più bassa), internamente non faccio praticamente nulla, e ho il mio ricarico, piccolo o grande che sia, sempre superiore al valore aggiunto che ho portato al progetto.

Non è solo una questione di tariffe al traduttore: ci sono agenzie che lavorano con clientela con budget limitato, quindi non possono pagare molto al traduttore, ma hanno una struttura interna per la revisione e la gestione progetti consolidata.
Quando il cliente/agenzia ha una struttura interna tale da consentirgli di seguire la collaborazione con il traduttore, quindi a fronte delle tariffe basse che può pagare, fornire però in cambio un valore aggiunto, serio in termini di feedback, allora ha un senso. La stessa agenzia sa perfettamente di non potersi permettere un traduttore con 20 anni di esperienza, superspecializzato, e quindi grazie alle proprie risorse interne può sopperire alla mancanza di esperienza del traduttore facendogli in un certo senso "formazione".
Questo tipo di percorso, che in parte è stato anche il mio, secondo me può avere un senso (come anche la collaborazione di cui parlava alessandra con altri professionisti che però poi forniscano feedback dettagliati) tanto più per chi non proviene da percorsi universitari strettamente inerenti alla traduzione.

Questa realtà però è limitata da diversi fattori: nella maggior parte dei casi si tratta di agenzie italiane (difficile che agenzie non italiane low-budget abbiano una struttura interna tale da porte gestire internamente revisione e proofreading vs l'IT) e in ogni caso sono solo una parte delle agenzie italiane, dove ci sono un sacco di segmenti di mercato diversi: dalle agenzie che in partenza richiedono già un certo curriculum e che sono anche disposte a pagare cifre decisamente ragionevoli (esistono anche in italia, è vero) ad agenzie che per scelta lavorano solo esclusivamente come passacarte.

Recentemente sono stata contattata da una collega (della mia età sia anagrafica che professionale) che stava vagliando candidature per conto dell'agenzia italiana per la quale collaborava da anni e candidamente mi ha spiegato la dinamica: l'agenzia (1 ex-freelance) prendeva le commesse da agenzie estere a prezzi da freelance (bassini per le mie combinazioni e specializzazioni dall'estero, in ogni caso assolutamente non prezzi da agenzia) qui le spartiva su un numero indefinito di freelance tra traduzione e revisione: al traduttore ca. il 60%, al revisore circa il 20% e circa il 20% di ricavo. Con tutto un sistema di valutazione interna complicatissimo. Mi si parlava di centinaia e centinaia di lavori al mese....

La cosa peggiore era il candore con cui tutta questa organizzazione mi veniva descritta. Candore che probabilmente deriva dall'aver sempre visto il mondo dall'alto o dal basso dei 4/5 cent a parola, il che non ha permesso alla persona in questione di farsi la domanda più banale, vale a dire, perché lei continuasse ad ammazzarsi di lavoro a 4/5 cent quando avrebbe semplicemente potuto lavorare a 8 o 9 bypassando questa catena senza senso. E magari facendosi una cena fuori ogni tanto...

Per questo a me sembra anche giusto far presente (senza per altro condannare o giudicare) che lavorare in un certo modo per certi prezzi a volte può essere utile, a volte può essere deleterio, sia per le deformazioni di cui parlava Laura che con il passar degli anni diventano sempre più radicate, sia perché si perde di vista la differenza qualitativa che passa tra un lavoro pagato 10 cent e uno pagato 1 (e niente polemica, non metto in dubbio che tutti i partecipanti al forum lavorino con la stessa cura e professionalità a prescindere dalla tariffa, ma la realtà è che sui grandi numeri la differenza è plateale) e quindi non si sa di dover/poter ancora migliorare, sia perché si finisce per sfalsare completamente il proprio mercato.
Insomma, io non credo che gli studenti o i neolaureati siano tutti brutti e cattivi, ma quando leggo siti di traduttori con lauree, master e chi più ne ha più ne metta, che sui loro siti pubblicano tariffe da 10-12 euro/cartella (io ignorante penso che la tariffa sul sito sia la tariffa per il cliente diretto), come unica supposizione mi viene da pensare che non sanno su che pianeta stanno.

E spesso questi si riflette su altre cose, perché l'inconsapevolezza diventa generale: quindi profili assurdi, teoricamente freschi freschi di laurea, che lavorano in n combinazioni linguistiche, attive e passive, con un 10 alla n specializzazioni, ecc. ecc.
A me viene da supporre che la traduzione da 1, 2, 3 cent parola abbia esigenze talmente basse in termini di qualità, che è vero che moltissime persone sono in grado di tradurre a livello soddisfacente per quel target in 87 lingue e 200 specializzazioni.
Peccato che per arrivare non dico a 10, ma già solo a 6 cent, bisogna prendere tutto in un altro modo.
Allora, ognuno è libero e volendo fa anche bene a lavorare a poco se questo sceglie. Però io sono convinta di fare altrettanto bene (anzi di più, perché nessuno mi paga per questo post) a far presente tante lacune che rimangono o deformazioni che si rafforzano, e che forse certe esperienze professionali tanto "formative" non sono.

Cmq, ciao Renato, è sempre un piacere leggerti.

Ale
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Fran Cesca
Fran Cesca
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OT: Foro di Roma Oct 29, 2011

Massimo Rippa wrote:

L'assenza del Diritto è un'altra cosa. Abbiamo un numero di avvocati per mille abitanti che è tre volte (o ancora di più, non ricordo precisamente) quello della Francia.



Il solo Foro di Roma, ha tanti avvocati quanto tutta la Francia

[Modificato alle 2011-10-29 20:44 GMT]


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Agenzie americane e tariffe basse Oct 30, 2011

Tanto per ritornare in tema, a me non è mai capitato di ricevere cosiddette "offerte di lavoro" che presumessero tariffe così basse da agenzie americane. Il record della tariffa bassa nella mia esperienza quasi ventennale è detenuto da un'agenzia di Milano, che anni fa mi propose di lavorare per loro a 0,03 Euro a parola, la metà di quanto mi proponevano all'epoca gli indiani.

[Modificato alle 2011-10-30 04:29 GMT]


 
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Manuela Dal Castello
Manuela Dal Castello  Identity Verified
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Agenzia Speedy Gonzales Nov 4, 2011

Guardo oggi un annuncio, bisogna compilare un formulario in linea, le tariffe... le mettono loro (bassine) ma forse - dico forse perché, capirete poi perché, non ho salvato - si può andare avanti lasciando il campo con scritto "blank" e poi mandare i prezzi a parte o assieme al CV o non lo so.

Quello che mi fa ridere è una delle condizioni per lavorare con loro, che merita di essere segnalata e che è il motivo per cui ho chiuso la pagina e ho aperto questa:
quando viene c
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Guardo oggi un annuncio, bisogna compilare un formulario in linea, le tariffe... le mettono loro (bassine) ma forse - dico forse perché, capirete poi perché, non ho salvato - si può andare avanti lasciando il campo con scritto "blank" e poi mandare i prezzi a parte o assieme al CV o non lo so.

Quello che mi fa ridere è una delle condizioni per lavorare con loro, che merita di essere segnalata e che è il motivo per cui ho chiuso la pagina e ho aperto questa:
quando viene confermato l'ordine, il traduttore deve iniziare subito a lavorare e consegnare 800 parole entro due ore (praticamente bisogna stare attenti allo sparo del "via").
Se non lo si fa, il PM chiamerà, ma entro 3 ore il lavoro viene assegnato ad un altro traduttore....
Ma non gli capita mai che il traduttore stia già facendo un altro lavoro e che quindi si debbano mettere in coda? O per forza di cose fanno lavorare chi altrimenti è disoccupato....

Manuela
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